Cheese!

“Per la fotografia, la rinuncia alla figura umana è la cosa più difficile”. Il successo indiscusso del ritratto fotografico, riconosciuto da Walter Benjamin, si riflette inevitabilmente anche nelle immagini presenti in questo archivio. Un album di famiglia molto allargata, in cui i volti di persone che non conosciamo ci rivelano qualcosa di sé e della loro vita. Spesso sono immagini cariche di un grande valore emotivo per ciò che trasmette la persona rappresentata, ma anche per chi custodiva quelle foto nel portafogli, le incorniciava o le metteva in un cassetto. Che si tratti di fotografie professionali in studio o di istantanee amatoriali, ogni scatto coglie qualcosa della persona ritratta e la descrive per come appare in quel preciso momento davanti all’obbiettivo.

Marco Schenatti accende la lampada a gas di acetilene per illuminare la galleria in località "Zòt ciàta" al Giovello, in Valmalenco.

Ogni dettaglio è un indizio che parla del soggetto: la sua espressione, la posa che assume, il contesto che lo circonda e il modo in cui è vestito ci aiutano a capire chi era, l’ambito sociale a cui apparteneva, l’occasione o il motivo per cui si è fatto fotografare.

Giovanni Tudisco, preside della Scuola media "Trombini" di Tirano, presso Palazzo Foppoli negli anni '60.

Sono immagini scattate in momenti importanti, in occasione di feste e cerimonie, ma anche rubate, casuali, che riescono a cogliere e raccontare un preciso momento nella vita della persona ritratta. Molte istantanee colgono momenti quotidiani: raccontano la vita di paese, con persone in piazza, alla fontana a dissetarsi, a lavare i panni o abbeverare il bestiame.

Un bambino posa con una scimmia in piazza Sant'Antonio a Morbegno nel 1971.
Giovane e bambina alla fontana, Ponte in Valtellina.

Altre foto raccontano il lavoro: da quello alla scrivania a quello in miniera, nei campi, in bottega, al pascolo.

Anziana prepara i "saliscin" che si utilizzano per i vigneti.

Ma molti ritratti riguardano anche viaggi, gite in montagna di turisti e guide alpine ai piedi di ghiacciai o su una cima.

La guida alpina Luciano Schenatti con Cesare Folatti, custode del rifugio Marco e Rosa, sulla cima del Pizzo Bernina.

Oltre alle numerose foto che celebrano la conquista di una vetta alpina, se ne trovano altre che segnano altri tipi di conquiste, come quella di Francesca che nel 1965, nonostante l’indipendenza economica, ottenne il permesso dei genitori per andare al mare con delle amiche solo all’età di ventisette anni.

Due amiche della Valfurva in vacanza a Lavagna nel 1965.

Le fotografie non registrano solo i cambiamenti di mentalità e costumi, le diverse mode e pose davanti all’obbiettivo, ma anche l’evoluzione della tecnica fotografica stessa.
I primi ritratti in studio riprendevano le pose e le composizioni proprie della pittura, con tempi d’esposizione lunghi che richiedevano al soggetto di rimanere immobile nella stessa posizione per molto tempo. Con il passare degli anni, il mezzo fotografico si è trasformato diventando più semplice e accessibile, dando spazio alla ritrattistica amatoriale dei nobili di fine secolo e alle istantanee più intime della borghesia, fino a diventare il fenomeno di massa che pervade la società di oggi.

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