Facciamo festa: sfogliando le foto dell’archivio si incontrano momenti speciali, celebrazioni religiose, balli, rituali collettivi o feste più intime, istantanee che testimoniano l’evoluzione di un fenomeno sociale che si declina in molte forme e che è cambiato nel corso del tempo.
Le fotografie registrano un passaggio graduale dalle celebrazioni più solenni, legate al calendario religioso e alle tradizioni contadine, alla progressiva trasformazione dei nostri costumi a partire dal secondo dopoguerra.
La civiltà agricola seguiva una scansione del tempo legata al lavoro nei campi, con feste che si svolgevano al termine di una giornata di fatica condivisa, in occasione della falciatura del fieno o della raccolta dell’uva, oppure che commemoravano le ricorrenze religiose in riti collettivi come le processioni per i santi patroni, o in festività sovversive come il Carnevale.
A partire dagli anni ’50 e ’60 il significato religioso e tradizionale della festa passa in secondo piano, mentre la componente ludica prende il sopravvento: l’evento commemorato diventa un pretesto per trascorrere del tempo libero divertendosi in compagnia di amici e parenti, magari andando alla fiera o alle giostre.
Con il crescente benessere economico e la libertà dai tempi dettati dall’agricoltura, il tempo libero viene vissuto in maniera diversa, spensierata e leggera: dalle serate danzanti in balera alle feste negli alberghi, aperte agli ospiti e agli abitanti delle località di villeggiatura, fino alle discoteche e alla vita notturna che conosciamo oggi.
Occasione di festa, oggi come ieri, è la celebrazione di momenti importanti: nascite, matrimoni, compleanni, partenze o ritorni da viaggi sono celebrati insieme ai propri cari, creando un senso d’appartenenza al proprio gruppo e dichiarando alla comunità il proprio status sociale.
In questa categoria rientrano alcuni festeggiamenti ritratti molto spesso nelle foto presenti in archivio: le coscrizioni, durante le quali i neo-maggiorenni di una determinata comunità celebrano l’ingresso nell’età adulta.
Una tradizione viva tutt’oggi in molti paesi, e che ha subìto trasformazioni di mentalità e costume: ancora nel 1968 i parroci non volevano che ragazzi e ragazze festeggiassero insieme, e gli uomini dovevano fare i salti mortali per fare baldoria con qualche coscritta. Con il tempo le cose sono cambiate, ma la festa rimane un’occasione per sospendere l’ordinario, rompere la routine e accedere a una dimensione differente.