Come viene raccontata la figura della donna nell’archivio Siamo Alpi? Pur testimoniando stili di vita, epoche e mentalità differenti, il ritratto caleidoscopico che emerge dalle foto rispecchia un comune senso di fierezza e libertà.

Molte immagini rappresentano donne intente ad accudire i figli o in attività domestiche. Lavano i panni nei lavatoi o nei ruscelli, sono intente a cucinare, tessono o filano la lana preparando il proprio corredo.

Ma oltre ad occuparsi di attività considerate più tipicamente femminili, le donne svolgevano spesso anche lavori più gravosi, trasportando la legna, lavorando nei campi o accudendo gli animali, gestendo in autonomia terreni e famiglia in assenza dei mariti spesso emigrati all’estero.

Altre foto colgono veri e propri momenti di emancipazione e cambiamento sociale, raccontando il passaggio dalla vita contadina dell’inizio del secolo scorso a quella contemporanea. Si incontrano molti ritratti di venditrici, fruttivendole, ostesse, mugnaie, negozianti, cameriere. Qualcuna realizza il sogno di aprire un proprio albergo, come Marianna Silvestri, altre di conquistare le vette delle montagne, come Camilla Schenatti.

Una conquista di diverso tipo è quella dell’indipendenza economica, testimoniata nei ritratti delle ragazze che per necessità si trasferivano a Milano a lavorare e che, oltre a contribuire al mantenimento della famiglia, potevano concedersi il lusso di un po’ di svago in città e un abbigliamento alla moda.

Anche il tempo libero non è più, come all’inizio del secolo scorso, un’esclusiva di villeggianti nobili e borghesi, che potevano godersi passeggiate in montagna e gite all’ippodromo, organizzavano recite, sciavano o pattinavano.
Che siano ritratte in momenti di svago o di lavoro, che appartengano a classi sociali elevate o siano di umili origini, tutte le donne raccontate nelle foto dell'archivio hanno affrontato insieme un viaggio fatto di cambiamenti culturali, battaglie collettive e individuali che hanno trasformato la società.
